sabato 8 maggio 2010

PERCHE' "CONFRONTO SOCIALE" di Michele G. Galatro

"CONFRONTO SOCIALE" nasce dall'esigenza di dar vita ad uno spazio dove, chi opera nel sociale, possa confrontarsi e farsi conoscere.
Confrontarsi perchè bisogna andare oltre le proprie esperienze, le proprie idee, le proprie convinzioni, il proprio mondo.
Farsi conoscere perchè bisogna rompere l'isolamento a cui il sociale è costretto.

Chi se non l'operatore sociale, oltre ai diretti interessati, ha l'obbligo di denunciare (salvo possibili eccezioni) l'isolamento a cui è sottoposto il disagio, la diversità, la povertà, la solitudine, ecc.
Operare nel sociale significa modificare la realtà.
Laddove l'intervento si lascia delimitare siamo sicuri di ottenere un buon risultato? Ci si può limitare ad eseguire correttamente delle procedure standard o quasi? Siamo sicuri che il soggetto trattato viene sempre considerato una persona? Quale deve essere il ruolo dell'operatore?

Le risposte a questi e a tanti altri interrogativi possibili debbono far riflettere chi opera nel sociale.
Avere coscienza di sè, di quello che si fa, della situazione che si affronta, non è sufficiente se si vuole realmente incidere. Bisogna sforzarsi di andare oltre il semplice contesto affinché si attivino delle relazioni tendenti a promuovere la parte come elemento essenziale del tutto.

Una società sana dovrebbe farsi carico, nel suo insieme, di quegli elementi che sembrano discostarsi e, per questo ritenuti, a seconda delle peculiarità, una minaccia, un peso, ecc. Ma come si può operare correttamente se non si coinvolge l'intera collettività nel suo insieme. Per conseguire dei risultati positivi e duraturi non si può prescindere dalla consapevolezza che tutti, indipendentemente dal proprio ruolo, abbiamo il dovere di intervenire. Dobbiamo mutare atteggiamento, quindi, nei confronti di ciò che si ritiene, erroneamente, non riguardare tutti.

Anche per questo può essere utile offrire questo spazio non solo a chi, come già detto, specificamente e quotidianamente ha a che fare con il disagio in generale ma, anche, a tutti coloro che non vogliono assolutamente mortificare le proprie coscienze. 

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